Pertini
Un secolo di storia italiana
dal 28 settembre al 24 ottobre 2004
dal 28 settembre al 24 ottobre 2004
Descrizione
Nel dedicare una mostra a Sandro Pertini, Milano ripercorre anche un lungo periodo della nostra storia nazionale. Come per tutti i grandi protagonisti della vita di un Paese, anche nel caso di Pertini la sua biografia - così movimentata e impetuosa da richiamare alla mente l’epopea garibaldina - illumina e ravviva le vicende che contraddistinsero la sua epoca.
Credo che dei tanti prodigiosi avvenimenti della sua vita, quello per lui più inaspettato e incredibile fu divenire Presidente della Repubblica. Fino ad allora era sempre riuscito ad intonare la politica al suo carattere schietto e temerario, complice anche la simultaneità tra il primo manifestarsi delle sue idee politiche ed eventi come la lotta al fascismo, la Resistenza, l’impegno fattivo nella costruzione di un’Italia democratica. Allora fare politica significava agire, essere in prima linea, mostrare un piglio energico e risoluto. Eppure fu proprio come Presidente della Repubblica che ha lasciato un ricordo vivido e indelebile negli italiani. Ebbe la capacità di anticipare i tempi, intuendo il bisogno di onestà e rettitudine che percorreva il nostro Paese sul finire della Prima Repubblica. Seppe accorciare le distanze tra i cittadini e la più alta carica dello Stato, riuscì a essere se stesso - spontaneo, genuino - anche in un ruolo in cui finora il protocollo era stato un precetto fondamentale. Scrisse di lui Montanelli: “Non ho mai conosciuto nessuno - tranne forse il primo Mussolini - che sapesse come lui fiutare gli umori popolari e adeguarvisi con altrettanta prontezza. Tutto quello che si poteva e si doveva fare per strappare, a una platea melodrammatica come quella italiana, l’ applauso a scena aperta lo ha puntualmente fatto. E con ciò? La missione l’ha assolta. Entrato in un Quirinale screditato e maleodorante, lo lascia circondato
di rispetto e di affetto, in un buon profumo di bucato. Siamo sicuri di non sbagliare pronosticando che ne uscirà su un tappeto di fiori, tra due ali di folla plaudente, già trasfigurato nel monumento di se stesso. Perché ci sono degli uomini che, quando se ne vanno, lasciano un vuoto più grande del posto che occupavano, e Pertini è di questi.” E passato tanto tempo da allora e molte cose sono cambiate. Non c’è più la Prima Repubblica e, nella Seconda, pur continuando a manifestarsi l’ esigenza di quell’integrità, rigore, correttezza mai sufficientemente espressi dal mondo politico, tuttavia non basta più - o non dovrebbe più bastare - quel “buon profumo di pulito”, non bastano più la semplicità di modi e un rapporto cordiale e diretto con i cittadini. Gli italiani sono più critici, più pignoli, più esigenti. Ma Pertini ha cambiato davvero il modo di essere Presidente della Repubblica, cogliendo l’intimo desiderio di equità e modernità degli italiani. Ha fatto scuola. E dopo di lui nessun altro Capo dello Stato nel nostro Paese ha potuto trascurare la sua lezione.
Gabriele Albertini
Sindaco di Milano
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